17° gruppo sacro

"La Deposizione"

A Cura del Ceto dei Sarti e Tappezzieri

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Il corpo inerte di Gesù giace ai piedi della croce, mentre Maria e Maddalena piangono addolorate, Giovanni, il discepolo prediletto, contempla con tristezza il Redentore.

   

La categoria dei sarti ( ars sutorum ) ebbe affidato il gruppo con atto del notaio Diego Martino Ximenes rogato il 3 aprile 1619 ( corda 10562 - pag.430 verso - AST Trapani ); successivamente si sono aggregati i tappezzieri per concorrere alle spese processionali.  

La scena rappresentata nel mistero dei custureri ( così venivano chiamati anticamente  sarti a Trapani ) non è tratta da alcun testo sacro; si tratta di una scena " intermedia" dato che i racconti evangelici ci raccontano che fu Giuseppe di Arimatea ad occuparsi della deposizione del Cristo. In questo gruppo, l'autore si ispirò alla propria immaginazione creando Gesù deposto dalla croce, sorretto dall'apostolo Giovanni, mentre Maria e Maddalena esprimono tutto il loro dolore.

Per molti anni si attribuì a Giuseppe Milanti il merito della sua realizzazione, ma studi successivi propendono per affidare ad Antonio Nolfo la paternità artistica dell' opera originale.

Nel gruppo è raffigurato Gesù deposto dalla Croce. Accanto a lui è Giovanni che lo contempla con infinita tristezza, mentre Maria piange inconsolabilmente e Maddalena è disfatta dal dolore per la perdita del Divin Maestro.

Il gruppo che oggi vediamo fu quasi totalmente distrutto dai bombardamenti del 1943 ed i maestri Alberto Fodale e Leopoldo Messina, utilizzando parte dell'opera precedente, seppero ricostruire il gruppo che nel 1951 tornò a far parte della processione.

Un particolare cenno va rivolto agli ornamenti argentei che sono ancora quelli originali; le aureole furono realizzate nel 1761  dal maestro argentiere Giuseppe Piazza.

Il Canonico Fortunato Mondello  nel suo libro - La Processione del Venerdì Santo in Trapani - a cura di Giovanni Cammareri - così descrive i personaggi del gruppo :" ...Il Cristo non è deposto, come osservasi comunemente sulle ginocchia della Madre, la quale invece sta ritta appiè della croce, dolorosa spettatrice del consumato Deicidio. Le amarezze dell'anima informano quel viso oltre modo soave, estenuato e smunto; ma nobilissimo nella rassegnazione. La lacrima non sfiora il suo ciglio, ma interiormente la fortifica nel suo patire. Il corpo del Redentore, raccolto fra le braccia del costante discepolo, Giovanni, circondasi d'una serena divinità senza perdere l'umana fralezza con l'annientamento della morte, che lo lascia in un inerte riposo. La Maddalena, intenta a spiarne le piaghe, in preda alla desolazione, estremo omaggio di purissimo amore, mi richiama al peneiero la Penitente del Tiriano, ispirante dolore e pace."